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Punti vendita con offerte del quartiere Prati


  • QUARTIERE PRATI A ROMA

    Quanti ricordi suscita questo quartiere di Roma caratterizzato da simpatia per la cordialità, signorilità della gente che ci vive, per la bellezza dei luoghi e monumenti. E così rivado con la mente si suoi viali alberati con le stupende piazze, al ricco mercato, alla sua storia che poi è la storia di Roma, dalle antichità dei Romani, al pontificato, al Risorgimento.
    In epoca romana il territorio dell'odierno rione Prati consisteva in vigneti e canneti facenti parte delle proprietà di Domizia, moglie di Domiziano, da cui la zona prese il nome di Horti Domitii ("Orti Domiziani") e in seguito di Prata Neronis ("Prati di Nerone"). Durante il medioevo la zona prese il nome di Prata Sancti Petri ("Prati di San Pietro") in riferimento all'adiacente basilica vaticana.
    Fino almeno al 1883 vi si estendeva una vastissima distesa di campi coltivati, prati naturali, pascoli e anche di paludi, punteggiata, soprattutto nella zona delle pendici di Monte Mario, da qualche casale agricolo e per il resto completamente deserta, conosciuta come Pianella di Prati o Pianella d'Oltretevere, o ancora Prati di Castello (in riferimento a Castel Sant'Angelo). Dopo il 1883 si ebbero i primi interventi di edilizia e di urbanizzazione, in parte già immaginati anche sotto il governo pontificio. All'inizio l'area corrispondente all'attuale viale Mazzini fu utilizzata per le esercitazioni militari, da qui il toponimo di piazza d'Armi (poi quartiere delle Vittorie).
    Nel 1873 su pressione del De Merode, proprietario di vaste aree della zona, il Comune firmò la convenzione per l'edificazione del nuovo quartiere]; esso tuttavia era fuori del piano regolatore (1873, Viviani - Pianciani), e venne inserito solo in quello del 1883. La zona, periferica, restò marginale anche per l'assenza di infrastrutture di collegamento: fu De Merode stesso a far realizzare un ponte in ferro all'altezza del Porto di Ripetta, che restò in funzione fino all'inaugurazione del Ponte Umberto (Palazzo di giustizia a piazza Cavour). Durante l'Età giolittiana (1901-1914) e il mandato di Ernesto Nathan come sindaco dal 1907 al 1914 si ebbero gli interventi amministrativi e urbanistici volti ad affrontare i problemi che nascevano dall'eccezionale sviluppo di Roma. Nathan favorì una crescita delle città per quartieri, unità urbane autosufficienti, separate fra loro da zone verdi.
    Il 20 agosto 1921 fu costituito ufficialmente il rione Prati, l'ultimo in ordine di tempo dei rioni di Roma, nato come quartiere che accogliesse le strutture amministrative del Regno d'Italia e zona residenziale per i funzionari dello stato. L'impianto urbanistico stradale fu studiato in modo tale che nessuna delle nuove vie avesse come sfondo la cupola della basilica di San Pietro, a testimonianza dei rapporti tesi tra il nuovo stato italiano e la Santa Sede nell'epoca precedente la firma dei Patti Lateranensi. Per questo motivo i nomi delle vie del nuovo rione furono scelti tutti tra personaggi storici della Roma repubblicana e imperiale, condottieri e letterati della classicità latina e pagana, e tra gli eroi del Risorgimento, al quale fu dedicata la piazza principale. La strada principale del quartiere fu intitolata nel 1911 al tribuno e senatore romano Nicola Gabrini, figlio di Lorenzo, detto Cola di Rienzo, un popolano romano che nel XIV secolo tentò di ripristinare la repubblica a Roma.
    Tutti i primi isolati furono costruiti sul lungotevere dei Mellini e a via Vittoria Colonna, ma subito dietro iniziava la campagna: su piazza Cavour si affacciavano solo cinque caseggiati lasciando il posto libero per altrettanti, nessuna casa era ancora costruita lungo via Cola di Rienzo, la principale strada della zona; nelle strade interne tra piazza Cavour e via Cola di Rienzo l'edilizia era ancora più rada, tanto che si annoveravano inizialmente tre case in via Cicerone, due in via Lucrezio Caro, tre in via Cesi, due in via Tacito, poche di più in via Plinio.
    Nel 1898 fu inaugurato il Teatro Adriano su piazza Cavour, e tra il 1888 e il 1911 fu completato il maestoso Palazzo di Giustizia, progettato dall'architetto Calderini e ispirato all'architettura neobarocca, perciò subito ribattezzato il palazzaccio. Tra viale delle Milizie e viale Giulio Cesare vennero costruite, con i fondi della legge del 1881, le caserme dell'Esercito e dei Carabinieri. Tra queste e via Cola di Rienzo sorsero inizialmente una decina di case a cinque piani e altrettanti villini. Le costruzioni divennero negli anni successivi più fitte in fondo ai Prati, nella zona Trionfale al di là di piazza del Risorgimento.
    Via Ottaviano, via Barletta, via Leone IV, via Candia, via Ostia e via Famagosta, furono completamente costruite in un secondo tempo; piazza del Risorgimento, via Vespasiano e via Otranto vennero completate ancora più tardi.
    La costruzione del rione Prati si concluse per lo più nella prima metà del XX secolo, sebbene alcuni edifici più moderni siano stati costruiti successivamente, a scapito di villette preesistenti. Molti dei palazzi, inoltre, subirono nel corso del tempo ampliamenti e sopraelevazioni. Il rione Prati è oggi caratterizzato dalle strade ampie e regolari, nell'ottica di un impianto urbanistico geometricamente regolare, da palazzi eleganti in stile umbertino e da villini in stile liberty.

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